Dino Campana (Marradi 1885 - Scandicci 1932) č l'autore di uno dei capolavori del Novecento poetico italiano, i Canti Orfici (1914). Diverse pagine del libro ritraggono scorci della cittā di Faenza, dove il poeta trascorse alcuni anni della sua adolescenza.
Comune di Faenza
Assessorato alla Cultura
Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'Agosto
torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mobili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano di un canneto lontane forme ignude di adolescenti e il profilo e la barba giudaica di un vecchio: e a un tratto dal mezzo dell'acqua morta le zingare e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeso il corso.
(Canti Orfici, "La notte")
"La vecchia cittā e il suo fiume sono Faenza e il Lamone" dirā Campana allo psichiatra che lo intervisterā
in manicomio.
Le prime righe dei Canti Orfici evocano una Faenza remota, in cui campeggia il medievale Ponte delle Torri, emblema della città, distrutto dall’alluvione
del 1842, ma rimasto ben vivo nell'immaginario comune.
Forse il poeta fu ispirato da questo dipinto di Romolo Liverani di cui sembra riprodurre l’inquadratura e i colori.