“Look deep, deep into nature, and then you

will understand everything better”

(Albert Einsten)

Gecho

I gechi possono muoversi aderendo saldamente a qualsiasi superficie, anche orizzontale, perché le loro zampe sono dotate di setole, delle specie di cuscinetti che si attaccano benissimo dovunque. In via di principio, se fosse possibile riprodurre la struttura di tali setole sulla suola di una scarpa, anche una persona potrebbe camminare su un soffitto a testa in giù o  restare attaccata all’esterno di una stazione orbitale nello spazio. Stickybot (sticky = appicicoso + bot = robot), il prototipo messo a punto dall’università di Stanford dal laboratorio del ricercatore Mark Cutkosky, benché sia in grado di camminare su superfici verticali e plastica e su piastrelle di maiolica, non ha quasi nulla dell’agilità e della velocità del suo modello biologico.

Malgrado le apparenze, le zampe del geco non sono affatto appiccicose; sono asciutte e lisce al tocco: sui polpastrelli si trovano due miliardi di filamenti per cm2 , spessi circa cento nanometri ciascuno e che terminano in una struttura  a spatola.
Le incredibili capacità adesive del geco sono dovute a questo sistema: queste strutture infinitamente piccole, interagiscono a livello molecolare con la superficie su cui cammina il geco generando l’interazione generata dai dipoli indotti delle molecole: tale forza detta di Van der Wals, benché debole a livello di singola interazione, moltiplicata miliardi di volte genera l’effetto finale che permette al geco di camminare a testa in giù su qualsiasi superfice e alla velocità incredibile di un metro al secondo. In un futuro prossimo Stickybot, superando i suoi limiti, potrebbe essere impiegato in operazioni di soccorso.

Gecho

Zampe dei gechi