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Palazzo Milzetti

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Piano nobile

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Salone ottagonale


Descrizione della sala
L’ampia sala quadrata, progettata da Giovanni Antonio Antolini,  è resa ottagonale scantonando gli angoli con alti zoccoli triangolari sui quali poggiano otto colonne corinzie binate, che reggono la trabeazione e suggeriscono un’idea di deambulatorio attorno al corpo centrale.
La trabeazione è divisa in otto fasce decorate con motivi geometrici messi in evidenza dall’alternanza di sfumature avorio, ocra e bianche Al di sotto di questa, corre un fregio con grifoni alati posti uno di fronte all’altro: i volti sono separati da una cetra, mentre le code da un candelabro.
Scendendo con lo sguardo, troviamo tre bassorilievi posti sulle pareti che raffigurano il mito di Fetonte. Opinioni divergenti considerano questi eseguiti da Antonio Trentanove o dai fratelli Ballanti Graziani.
Proseguendo verso il basso si incontra un fregio ad ondine che corre lungo tutto il perimetro della stanza.
Sulla trabeazione si imposta la maestosa volta ad ombrello alla base della quale vi sono sedici lunette, due per ogni lato, decorate a tempera da Felice Giani ad effetto "trompe d’oeil", con i simboli dei segni zodiacali e le allegorie delle Stagioni. I segni zodiacali vengono rappresentati con putti accompagnati dagli animali astrali, mentre le stagioni sono uomini alati che portano i simboli dei quattro periodi dell’anno: l’Estate con le spighe e la falce, l’Autunno con le viti e l’uva, l’Inverno con le torce e la Primavera con corone di fiori.
Le sedici vele della volta sono decorate ad effetto "trompe d’oeil" con motivi grotteschi: putti, draghi ed elementi floreali con al centro una cetra. La volta culmina con un dipinto che rappresenta il divo Apollo sul carro del Sole, incorniciato da due fregi con elementi geometrici.
La stanza è illuminata da una grande finestra serliana sormontata al centro da una piccola maschera alata e da due stucchi che rappresentano due vittorie alate.
Sopra le due finestre laterali vi sono due bassorilievi quadrati che rappresentano due episodi del mito di Apollo: "Apollo e Marsia" e "Apollo e il serpente Pitone".
In ognuna delle altre pareti vi sono due porte che conducono ad altri locali.

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L'angolo sud-est con coppia
di colonne corinzie

 

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La parete sud

 

L’arredamento
L’arredamento originale, progettato dal Giani, prevedeva quattro divani agli angoli; di cui uno è andato perso I tre divani sono appoggiati agli zoccoli negli angoli e sono retti da sei piedi leonini che poggiano su un basamento bianco. L’intelaiatura è in legno bianco decorato con motivi floreali color oro; i braccioli sono intagliati a forma di pesce dalle caratteristiche grottesche, anch’essi bianchi e dorati. Anche la tappezzeria è di colore giallo-oro su cui si delinea una leggera decorazione geometrica.
Al centro delle pareti dove vi sono le due porte, sono collocati due tavoli simili ai divani, che presentano gli stessi colori ed hanno una cetra dorata tra le gambe posteriori, motivo che torna spesso nella decorazione della stanza, in quanto era lo strumento di Apollo.
La progettazione di Giani prevedeva anche quattro candelabri che dovevano essere posti sugli zoccoli, tra le colonne, ma ora purtroppo sono andati perduti.
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Particolare
dell'arredamento
Architettura e ideologia
In questa sala si manifesta un’ideologia massonica di fondo; essa è infatti come un tempio massonico rivisitato, di cui l’architetto non solo imita le tradizionali simbologie ermetiche, ma le reinterpreta a suo modo, facendosi portatore della concezione del mondo e dell’ideologia politica del tempo. L’ottagono è allora simbolo di fratellanza, le colonne binate di principio binario (maschio-femmina, attivo-passivo, luce-buio...) e il mito del Sole diventa una celebrazione dei Figli della Luce che lottano contro l’Oscurantismo. Sono inoltre ripresi alcuni elementi architettonici tipici del Tempio Massonico: la Serliana e le colonne (che riportano ad una tradizione biblica secondo la quale lo stesso Salomone le aveva fatte edificare nel suo tempio).
Nel tempio Massonico era anche tipica la decorazione della fascia superiore delle pareti con i simboli zodiacali, motivo che ritroviamo nelle lunette alla base della cupola in questa stanza.
I Bassorilievi
Secondo una tradizione di cui non si conosce l’origine, i bassorilievi della Sala Ottagonale sarebbero stati eseguiti da A.Trentanove nei mesi precedenti la sua partenza per Carrara.
E’ documentato tuttavia che F. Giani venne incaricato di eseguire le decorazioni di tutto il complesso non prima del 1802: non si capisce come Trentanove, partito da Faenza nel 1801, possa aver eseguito questi bassorilievi. Inoltre lo stile di essi non corrisponde a quello a noi noto del Trentanove, che anche nelle ultime opere faentine conservò la sensibilità plastica settecentesca, mentre è del tutto uguale a quello degli altri bassorilievi del palazzo eseguiti dai Ballanti Graziani, che si distinguono per uno stile un po’ rigido e levigato.

1) Fetonte chiede il carro del Sole ad Apollo
Seguendo l’ordine cronologico della vicenda il primo bassorilievo è situato nella parete di fronte alla porta con cui si accede allo scalone.
Tre sono le figure principali di questo bassorilievo: Fetonte, la madre Climene e Apollo.
Fetonte è ripreso in atto di prostrarsi verso il padre per chiedere la concessione del carro; la sua posizione segue una linea diagonale che dirige l’occhio verso il Dio, il quale sta seduto sul trono ed ascolta le preghiere del figlio.
Climene assume la stessa posizione del figlio (che rileva la linea diagonale) per sostenere la richiesta.
Oltre ai tre principali vi sono altri quattro personaggi, secondari nella vicenda ma in ogni modo accurati nel bassorilievo, che rappresentano le Stagioni.
L’Autunno, in basso a destra, è rappresentato, secondo l’iconografia classica, come un uomo con una corona in testa fatta di foglie di vite ed ha una coppa, probabilmente di vino, in mano; al suo fianco, meno in rilievo, troviamo l’Estate rappresentata come una donna che reca fasci di spighe; ella è seduta su un trono ed osserva la scena.
La Primavera si trova tra Apollo e Fetonte ed è una figura femminile con corone di fiori in mano, che sembra danzare.
L’ultima stagione, l’Inverno, si trova sulla sinistra ed è rappresentata come un vecchio che si scalda le mani accanto ad un fuoco, voltando le spalle allo spettatore.
Tutti gli sguardi dei personaggi sono rivolti ad Apollo tranne quello dell’Autunno che fissa lo spettatore come per coinvolgerlo.
La scena è ambientata nella reggia di Apollo, che poggia sulle nubi e della quale s’intravedono colonne corinzie ed archi.

2 ) Fetonte fulminato da Giove
Questo bassorilievo è situato di fronte a "Fetonte chiede il Carro del Sole".
Le figure principali di questo bassorilievo sono Giove e Fetonte, posti al centro della scena.
Il re degli dei è rappresentato nell’atto di scagliare i fulmini, che tiene in mano, contro il nipote; egli è la figura più massiccia del bassorilievo, il che conferisce maggior impeto ed autorità ai suoi movimenti Questa imponenza è sottolineata anche dalla figura dell’aquila, simbolo della potenza del dio.
Fetonte è raffigurato mentre cade dal carro con le braccia peso morto, i capelli al vento e le gambe sollevate; l’effetto della caduta è sottolineato dal panneggio molto sinuoso e dall’espressione di dolore.
Vi sono altre figure che completano la scena, come i quattro cavalli del Carro del Sole a sinistra, molto imbizzarriti, che hanno un movimento impetuoso, rilevato dalle criniere svolazzanti e dalle zampe anteriori sollevate; in alto a sinistra si trova una figura di leone, alquanto enigmatica, che potrebbe rappresentare una delle costellazioni attraversate dalla corsa di Fetonte.
A destra di Giove si trova Minerva che, seduta, indossa l’elmo e la corazza ed ha accanto lo scudo;
essa ha il braccio sinistro piegato verso l’alto ed osserva la scena con partecipazione.
Dietro a lei altre figure femminili guardano la scena con attenzione mentre un uomo barbuto fissa lo spettatore.

3) Le sorelle piangono Fetonte
Al centro del bassorilievo Fetonte è raffigurato disteso, inerme, con un braccio piegato sopra la testa e l’altro, sul quale poggia il capo, abbandonato a terra.
Attorno al corpo del giovane vi sono le sorelle che lo compiangono: una, al centro, è piegata su di lui, due hanno le mani alzate al cielo, un’altra sta in piedi in mezzo a loro con una forte espressione di dolore e l’ultima è inginocchiata di fianco al corpo del fratello; accanto a lei c’è un cigno dal collo sinuoso che non è altro che Cicno, l’amico di Fetonte tramutato.
Sulla destra si trova un uomo disteso che rappresenta il Po, il fiume sulle cui rive è morto il giovane: egli è appoggiato ad un’anfora dalla quale sgorga acqua del fiume; in mano ha un oggetto, forse un remo, decorato con figure marine.
A sinistra, in alto, poste in secondo piano, si possono vedere due delle sorelle che si stanno tramutando in Pioppi.
Il cielo è squarciato da fulmini, come a ricordare l’atto di Giove e a rilevare la drammaticità dell’evento.

 

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Fetonte chiede il carro del Sole ad Apollo

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Fetonte fulminato da Giove

La volta: Apollo e il Carro del Sole
Apollo è rappresentato sul suo carro dorato con una veste rossa e tiene in una mano le redini e nell’altra la cetra; dal suo capo partono dei raggi che illuminano il cielo attorno a lui.
Davanti al carro vi sono i quattro cavalli imbizzarriti, ai quali si aggrappano altrettante donne alate vestite di bianco, rosso, verde e blu. Una quinta donna alata, più in alto, con lo sguardo rivolto verso il cielo, è la personificazione dell’aurora, la quale porta dei fiori in mano ed ha sul capo una stella, probabilmente la stella Polare, l’ultima a scomparire prima dell’alba. Davanti a lei un putto alato con una fiaccola in mano; davanti al carro invece, in penombra, vi sono altri due putti.
In secondo piano vi sono altre figure umane con sguardi rivolti in varie direzioni, da dietro alle quali spuntano tre chiarine.
Sotto al carro si trovano tre putti danzanti.
Tutta la scena è costituita da colori sempre più chiari verso l’interno, che dirigono l’occhio verso Apollo, attorno al capo del quale lo sfondo assume un colore particolarmente luminoso, quasi bianco.

 

 
La voltacon carro del sole

 

Il mito di Fetonte
Fetonte era il figlio della bella Climene e di Apollo, dio del Sole.
Il giovane, stimolato dall’affronto di un amico che, invidioso, non credeva che Apollo fosse suo padre, decise di recarsi alla reggia paterna per ottenere il consenso di guidare il carro del Sole.
Apollo in un primo tempo negò la sua autorizzazione, conoscendo il pericolo che il figlio poteva correre; in seguito, convinto da Climene, affidò le redini del carro a Fetonte.
L’Aurora spalancò le porte del cielo e le stelle si dileguarono.
Apollo, dopo aver spalmato il volto del figlio con un unguento che lo avrebbe difeso dal calore gli pose in testa i Raggi e gli consigliò la giusta via da seguire.
I cavalli, accorgendosi subito che il carro era più leggero del solito, si scatenarono correndo senza ordine nel cielo e Fetonte, inesperto, non riuscì a frenarli e abbandonò le redini.
Il carro precipitò velocemente verso la terra bruciando boschi ed incenerendo città col suo gran calore.
La Madre Terra chiese allora aiuto a Giove, re degli dei, che addolorato si sentì costretto ad uccidere il caro nipote per fermare la catastrofe: salì sulla roccia più alta dell’Olimpo e scagliò un fulmine contro Fetonte.
Il corpo del giovane cadde nel Po e fu raccolto e sepolto da alcuni pastori; il dio del Sole, distrutto dal dolore, nascose il volto lasciando la terra oscurata per un giorno intero….
Le sorelle piansero Fetonte giorno e notte per molti mesi, fino a che non furono tramutate in bellissimi pioppi che da allora ricoprono le rive del Po, riparando la terra dal calore del Sole.
Anche Cicno, il migliore amico di Fetonte, fu tramutato in un bellissimo cigno.


Apollo guida il carro del sole
(particolare della volta)

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Palazzo Milzetti

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