Introduzione

Il problema alimentare è la più grave tematica che la popolazione globale si trovi a fronteggiare nell’epoca attuale;  nel mondo moderno dove il progresso scientifico e lo sviluppo tecnologico hanno placato i nostri bisogni e soddisfatto le nostre più insostanziali necessità, ancora un’enorme fetta di umanità soffre la fame, rendendo il fenomeno della “fame nel mondo”, in termini quantitativi,  la maggior causa di morte mai esistita. Affermare che l’assenza di cibo sia “ancora” oggi un problema è in realtà una clamorosa inesattezza, il tipico ed inappropriato cliché , perché se apparentemente sono state risolte molte problematiche e la speranza di vita media è aumentata, è anche vero che in passato, pur morendo per molte altre cause, non si moriva tanto di fame. Il problema alimentare è, come quasi tutti gli altri, un problema legato alle condizioni di assoluta disuguaglianza del sistema politico, economico e sociale, che si basa esclusivamente sul profitto e sull’altissimo tenore di vita che una ridottissima parte della popolazione globale intende conservare. In campo alimentare quella delle risorse limitate è una tesi insostenibile, utile solo a giustificare la politica consumistica dei paesi ricchi che in questo modo intendono liberarsi dalla responsabilità della crisi, che attribuiscono ad un insostenibile aumento di popolazione nei paesi poveri. Ma è sufficiente osservare il nostro standard di consumi per ammettere che è solo colpa nostra se gente come noi dall’altra parte del mondo non sopravvivrà un altro giorno; il solo fatto di non agire ci rende responsabili di questo scempio globale.
E cosa dire delle malattie per eccesso di alimentazione? E’ possibile che l’aumento della disponibilità alimentare causi danni ancora maggiori della malnutrizione stessa? Gli OGM possono essere una soluzione ad entrambe le problematiche?

Fame

Attualmente quasi un miliardo di persone al mondo soffrono la fame. Il 98% del numero complessivo di affamati vive nei paesi in via di sviluppo; due terzi di essi in soli sette paesi (Bangladesh, Cina, Etiopia, India, Indonesia, Pakistan e Repubblica Democratica del Congo) ed oltre il 40% solo in Cina e in India. In questi paesi essi rappresentano il 16% della popolazione. Sono 22 i paesi che si trovano ad affrontare crisi alimentari ricorrenti ed un'altissima prevalenza di sottonutriti, conseguenza degli effetti combinati di disastri naturali, conflitti ed istituzioni deboli. Fame cronica ed insicurezza alimentare sono le caratteristiche più comuni di una crisi prolungata.  In media la proporzione delle persone che sono sottonutrite in paesi che devono fare i conti con questi problemi complessi, è di circa tre volte più alta che negli altri paesi in via di sviluppo. Mentre la produzione agricola è triplicata dal 1950, oggi sono sempre di più le persone che soffrono la fame rispetto a 20 anni fa. La fame e la malnutrizione sono il risultato di un accesso inadeguato o del tutto assente a risorse produttive indispensabili, come terra, foreste, mari, acqua, semi, tecnologia e accesso al credito. Il 75% di chi soffre la fame sono persone politicamente emarginate, che vivono in zone rurali. In molte realtà, piccoli agricoltori e famiglie vengono estromessi dalle loro terre e le popolazioni locali non possono permettersi di comprare quello che vi è cresciuto. Troppo spesso, il risultato è una spirale di distruzione ambientale, di povertà e di fame. Questo perché l'agricoltura di tipo industriale, piuttosto che produrre cibo per soddisfare le esigenze delle comunità locali per una dieta sana e variegata, produce colture da vendere sui mercati mondiali. Il rapido aumento della fame a livello mondiale continua ad alimentare un'enorme crisi umanitaria: la pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari in molti paesi ha portato circa 100 milioni di persone in più ogni anno oltre la soglia della denutrizione e della povertà croniche: la crisi economica mondiale ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione, riducendo ulteriormente le possibilità di accesso al cibo per i poveri. L’analisi dei dati sulla fame nei periodi di crisi e di ripresa evidenzia il problema dell’insufficiente capacità di risposta agli shock economici di molte famiglie e paesi poveri. La mancanza di meccanismi adeguati per affrontare gli shock o per proteggere le popolazioni più vulnerabili dalle loro conseguenze si traduce in una notevole oscillazione nel numero degli affamati in seguito a delle crisi. Inoltre, non si deve pensare che tutti gli effetti delle crisi sulla fame scompaiano al termine della crisi. Le famiglie indigenti potrebbero fronteggiare gli shock vendendo il proprio capitale fisso, che è difficile da ricostituire, riducendo il consumo alimentare in termini di quantità e di varietà, e tagliando le spese sanitarie e di istruzione, tutte soluzioni che hanno un impatto di lungo termine negativo sulla qualità della vita e sui mezzi di sostentamento.

Obesity

L’altro lato della medaglia sono le condizioni delle persone che, un tempo solo nei paesi sviluppati, ma ora anche nei paesi in via di sviluppo e nei paesi poveri, sono in sovrappeso o obese; dal punto di vista sanitario queste due condizioni possono ritenersi dannose per la salute al pari della malnutrizione a causa degli effetti negativi che provocano in particolare sul sistema cardiovascolare. Attualmente al mondo 1,3 miliardi di persone sono sovrappeso, mentre quelle sottopeso sono 800 milioni; in america latina e africa centro-orientale e settentrionale le persone sovrappeso rappresentano un quarto della popolazione adulta, e l’aumento della percentuale di persone sovrappeso è comune a quasi tutti i paesi in via di sviluppo. Questo fenomeno è dovuto all’influenza negativa che la società consumistica occidentale ha sui paesi in cui stabilisce il proprio mercato: oltre ad installare i centri di produzione, le multinazionali trasformano i paesi sottosviluppati nei maggiori consumatori dei prodotti che essi stessi producono, alterando l’economia locale e favorendo lo sviluppo di alti tassi di malattie dovute alla scorretta alimentazione. Questo rapido passaggio dalla denutrizione alla ipernutrizione, chiamato “transizione nutrizionale”, si è verificato in meno di una generazione e ha provocato un drastico peggioramento dello stato di salute di milioni di persone, passate da un regime alimentare povero ma sano, ad uno accessibile ma dannoso.  

 

Di seguito, un breve video su queste scottanti tematiche.

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