Storie del Torricelli e storia nazionale |
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Maggio 1866. Terza guerra d'indipendenza: i giovani richiamati o volontari sono ammessi a sostenere gli esami in anticipo. Saranno ben sei (su sette alunni) i volontari in terza liceo. A loro si aggiungeranno altri alunni di seconda. Novembre 1866: Il provveditore chiede al preside se fra gli alunni del Liceo ci siano morti o decorati. Risposta negativa. Ottobre 1871: Il ministro comunica il trasferimento degli uffici da Firenze alla nuova capitale, Roma. Gennaio 1883. Risulta dall'organico che ben quattro su sette componenti il corpo docente vantano benemerenze risorgimentali. Per tacere di Giuseppe Cesare Abba, risulta che il preside Del Seppia "fece volontario la campagna del 1859", il professor Rizzatti (matematica) "fece la campagna delle Due Sicilie contro il Borbone", il prof Perovich (Filosofia) "durante il Governo provvisorio in Venezia servì nella sua qualità di guardia civica sui forti di Marghera durante l'assedio in faccia al nemico e concorse alla presa dell'arsenale marittimo". |
Matrimoni, nascite, lutti della famiglia regnante venivano regolarmente celebrati nella scuola. Ne rimane negli archivi abbondante documentazione.
Ma anche i compleanni dei regnanti e gli anniversari degli eventi più importanti di casa Savoia erano occasione di invio di telegrammi e di commemorazione nelle classi. Ad una di queste commemorazioni fu costretto, nonostante la sua fede repubblicana Gaetano Salvemini l'11 novembre 1896, compleanno del principe ereditario. Del discorso di Salvemini, che era giunto al liceo di Faenza da una settimana, ci rimangono due riassunti: in una lettera all'amico Carlo Placci e nella relazione del preside Del Seppia. |
9 giugno 1889: Lo stesso giorno in cui Crispi inaugura a Roma in Campo de' Fiori il monumento a Giordano Bruno, anche gli studenti del Liceo commemorano Giordano Bruno al teatro comunale. L'iniziativa ha un esplicito carattere anticlericale. 26 aprile 1898: Faenza è in subbuglio per i moti di piazza, i rivoltosi tentano di entrare con la forza nel ginnasio. Il preside Del Seppia riesce a mandare a casa agli alunni alla spicciolata, sospende le lezioni del pomeriggio ed avverte il provveditore ed il sottoprefetto. Sono giorni di grande tensione per tutta la nazione: dieci giorni più tardi a Milano Bava Beccaris prenderà a cannonate la folla inerme.
Ecco il testo della lettera del preside al provveditore: Febbraio 1895: insegnanti ed alunni salutano la salma del capitano Carchidio, "caduto combattendo eroicamente a Cassala". Altre più funeste vicende riserverà l'Africa agli Italiani nel giro di pochi mesi. Aprile 1912. Mentre i figli d'Italia "sulle terre di Libia romanamente rinnovano le prove dell'antica virtù", gli alunni sono invitati a sottoscrivere per offrire alle forze armate una flotta aerea. Sono occasioni di lutto per la scuola le morti di personaggi illustri italiani e stranieri. Si va dall'esposizione della bandiera ai discorsi commemorativi alla sospensione delle lezioni. Oltre ai membri di casa Savoia, rimane negli archivi testimonianza del lutto per Giuseppe Garibaldi, Quintino Sella, la regina Vittoria, Leone XIII, Giosue Carducci, Giovanni Pascoli. La morte di Carducci, di cui sono noti i legami con Faenza e con la nostra scuola in particolare, fu celebrata con particolare solennità. |
Giugno 1914. Muore Francesco Ferdinando d'Asburgo. Il liceo espone la bandiera a lutto Maggio 1915. Scoppia la guerra, si affrettano gli esami. Un solo insegnante parte volontario, per la milizia territoriale. Così, mette anche al sicuro il suo posto di lavoro (stava per subire un'ispezione, la seconda in pochi giorni). Altre disposizioni per il richiamo alle armi di studenti ed insegnanti si susseguono negli anni successivi. Ottobre 1915. Disposizioni speciali per i profughi Agosto 1916. Nuove carte geografiche della guerra Ottobre-novembre 1916. Si cercano studenti disposti a lavorare come volontari nelle fabbriche di munizioni. Nessuna adesione al Liceo di Faenza. Migliore successo ha la raccolta di libri per i militari al fronte. Ne verranno raccolte alcune centinaia. Febbraio 1917. Prestito di guerra; propaganda per la disciplina dei consumi Novembre 1917. Nemmeno una parola su Caporetto. Ma si invia materiale propagandistico perché i giovani "comprendano sempre più le ragioni ideali e pratiche della nostra guerra" e per "riscaldare nella giovane coscienza il sacro sentimento della Patria" che evidentemente si stava raffreddando. Dicembre 1917. Si esulta per la presa di Gerusalemme. Il Ministero invia disposizioni per lezioni di propaganda: settimanalmente le scolaresche dovranno essere "intrattenute sulle ragioni della guerra" da un insegnante appositamente incaricato (e compensato). Risposta: si offre il preside. Altre disposizioni per lezioni di propaganda si susseguono nei mesi successivi. Gennaio 1918. Corsi di istruzione premilitari Maggio 1918. Premiazione del concorso patriottico. Novembre 1918. Si festeggia la vittoria. In ritardo, perché il 4 novembre le lezioni non erano ancora riprese in seguito all'epidemia di spagnola Erano scomparsi nella Grande Guerra venticinque ex alunni del Torricelli. Per onorarne la memoria, fu affissa il 24 maggio 1920 nella parete dell'atrio prospiciente l'entrata della scuola una lapide. (In seguito la lapide sarebbe stata spostata sulla parete di sinistra.) In quell'occasione il prof. Pietro Beltrami si fece promotore di una raccolta di ricordi degli studenti scomparsi (lettere dal fronte, biglietti, fotografie, ritagli di giornale, un diario di guerra) che è conservata tuttora negli archivi della scuola. Testimonianze dei disordini del dopoguerra si rintracciano, da un lato, nella corrispondenza relativa agli scioperi; dall'altro nei pochi superstiti giornalini studenteschi dell'epoca. Si tratta di fogli ciclostilati ad alcool su matrice scritta a mano. |
La lapide commemorativa degli studenti della Grande Guerra, inaugurata nel
1920. Gli elementi decorativi in bronzo furono aggiunti qualche anno più tardi dal preside Socrate Topi.
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- 1920. Telegramma di saluto di Benedetto
Croce, ministro del nuovo governo Giolitti:
- 1922. Telegramma di saluto di Giuseppe Gentile, ministro del nuovo governo
Mussolini: |