Il morbo di Alzheimer

Cos'è l'Alzheimer?

 

L’Alzheimer è una malattia terminale che colpisce il cervello e causa la perdita di numerosi neuroni e ne causa una significativa contrazione del volume. Non  è definibile precisamente come una malattia, in quanto è considerabile come insieme di sintomi comuni ad altre patologie o condizioni fisiche. Esso è la forma più comune di demenza degenerativa invalidante presente nella specie umana.

 

Un po' di storia:

La storia dell’Alzheimer è una storia piuttosto recente, nonostante la malattia esista fin dall’antichità. Fu infatti nel 1901 che l’Alzheimer fu studiato per la prima volta.
Il dottor Alois Alzheimer, uno psichiatra tedesco, intervistò una sua paziente, la signora Auguste di 51 anni. Le mostrò parecchi oggetti e successivamente le chiese che cosa le era stato indicato. Lei non poteva però ricordare. Inizialmente registrò il suo comportamente come "disordine da amnesia di scrittura", ma la signora Auguste  fu la prima paziente a cui venne diagnosticata quella che in seguito sarebbe stata conosciuta come malattia di Alzheimer.
Negli anni successivi vennero registrati in letteratura scientifica undici altri casi simili;
nel 1910 la patologia venne inserita per la prima volta dal grande psichiatra tedesco Emil Kraepelin nel suo classico Manuale di Psichiatria, venendo da lui definita come "Malattia di Alzheimer ".
Il termine, inizialmente utilizzato solo per le rare forme "early-onset" (ovvero, con esordio clinico prima dei 65 anni), dopo il 1977 è stato ufficialmente esteso a tutte le forme di Alzheimer.

I sintomi:

Questo morbo si presenta con una graduale perdita delle funzioni intellettive (pensare, ricordare, ragionare). Generalmente colpisce soggetti che hanno superato i 60 anni ma ci sono individui con predisposizioni genetiche che possono riscontrare sintomi anche in giovane età per esempio gli affetti da sindrome di down sono predisposti per contrarre il morbo fin dall età di 45 anni.
I principali effetti riscontrati sono la perdita di memoria a breve termine, la difficoltà di risolvere i problemi o compiti familiari, il declino  nel ragionamento spaziale, le difficoltà linguistiche, dimenticare dove le cose sono poste, il ritiro dalle relazioni sociali e infine  sbalzi d'umore e cambiamenti di personalità. 
Il  morbo è considerato degenerativo in quanto si riscontra un aggravarsi delle condizione del paziente col trascorrere del tempo. 
Ad una prima fase lieve in cui i sintomi non sono quasi percepibili , infatti fa seguito la fase intermedia, e quindi la fase avanzata, in cui il paziente è in gravi condizioni. 
Il tempo di permanenza in ciascuna di queste fasi è variabile da soggetto a soggetto, e può in certi casi durare anche diversi anni.
La malattia è generalmente preceduta da un periodo di parziale perdita delle capacità intellettive considerato  naturale nelle persone anziane e che solo in alcuni casi può indicare un paziente malato di Alzheimer, questo periodo è detto mild cognitive impairment (MCI).

Le cause della malattia:

Le due principali cause dell insorgere di questa malattia sono le placche di beta amiloide e i grovigli neurofibrillari. Entrambi derivanti da normali processi fisiologici del cervello.
La malattia è inoltre accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello (un neurotrasmettitore).
La conseguenza di queste modificazioni  cerebrali è l'impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi provocando isolamento e morte dello stesso, con conseguente atrofia progressiva del cervello nel suo complesso.
Particolarmente colpiti da questo processo patologico sono i neuroni colinergici, specialmente quelli delle aree corticali, sottocorticali e, traqueste ultime, le aree ippocampali.
I grovigli neuro fibrillari  sono fibre contorte insolubili situate all’interno dei neuroni (cellule nervose) del cervello. Le neurofibrille  normalmente sono formate da proteine chiamate tau, che costituiscono una parte di strutture denominate microtubuli. I microtubuli contribuiscono al trasferimento delle sostanze nutrienti e di altre importanti sostanze da una parte all’altra della cellula nervosa. Nella malattia dell’ Alzheimer la proteina tau è anomala e le strutture micro tubulari subiscono un graduale collasso.
Per quanto riguarda il problema delle placche, esso verrà affrontato nella pagina "Beta Amiloide".

 

Statistiche e Impatto sociale

Al giorno d’ oggi sono  24,3 milioni le persone nel mondo che soffrono di questo tipo di demenza e ogni anno si contano 4,6 milioni di nuovi casi per un totale di un nuovo caso ogni sette secondi. 
Il dato è destinato a raddoppiare nei prossimi vent’anni con 42,3 milioni di malati nel 2020 e 81,1 milioni nel 2040.
Nel nostro Paese oltre 600 mila persone sono affette da questo morbo,  con un’età media di 78 anni.
In  genere esso viene diagnosticato in media due anni dopo l’insorgere dei primi sintomi.
L’organizzazione mondiale per la salute stima che tra 30 anni l’Alzheimer sarà la prima causa di morte nel mondo.
Per quanto riguarda i costi  si stima che la spesa per l alzheimer  ammonti a più del 1% del PIL globale(461.5 miliardi di € nel 2010),se la spesa per la demenza fosse un bilancio nazionale, sarebbe quello del 18° tra i Paesi più ricchi del mondo.
Infatti nei paesi ad alto reddito, secondo il Rapporto 2011, il costo sociale annuo per ogni paziente affetto da demenza ammonta mediamente a 25109 €; il costo completo di un procedimento diagnostico di alta qualità per un caso di demenza ammonta a 3820 €. Sommando ad essi anche i costi per gli interventi precoci, si nota che queste cifre sono di molto inferiori rispetto a quanto si risparmia ritardando l’istituzionalizzazione del paziente, con un risparmio netto di almeno 7640 € per soggetto durante il decorso della malattia.Anche se questi dati provengono da ricerche numericamente limitate, essi indicano che si potrebbero realizzare importanti risparmi in un momento in cui i governi sono molto preoccupati per l’aumento dei costi sociosanitari.
La sua ampia e crescente diffusione nella popolazione, la limitata e comunque non risolutiva efficacia delle terapie disponibili, e le enormi risorse necessarie per la sua gestione (sociali, emotive, organizzative ed economiche), che ricadono in gran parte sui familiari dei malati, la rendono una delle patologie a più grave impatto sociale del mondo. Il miglioramento della salute e della qualità di vita di chi assiste, oltre che del malato, rende questo investimento ancor più conveniente.

Prevenzione:
La malattia dell Alzheimer risulta tuttora incurabile ma la ricerca sta facendo grandi balzi in avanti per quanto riguarda la prevenzione. Infatti recentemente sono stati fatti diversi progressi nel campo della vaccinazione contro la formazione di beta amiloide nel cervello, buoni risultati sotto questo punto di vista sono stati raggiunti in Corea e in Italia.

Parallelamente molti studi, stanno cercando di dimostrare che un alimentazione a base di alimenti ricchi di antiossidanti è in grado di contrastare efficacemente l'azione dei radicali liberi, che sembrano partecipare come causa indiretta della formazione di placche di beta amiloide. Gli alimenti con molti antiossidanti infatti possono ridurre il rischio di contrarre l’Alzheimer e in ogni caso posticipano l’insorgere della malattia. Nel caso in cui questa teoria venisse dimostrata si raggiungerebbe un buon traguardo in quanto si assocerebbe questa malattia, che è dovuta a cause genetiche, anche all’ alimentazione.