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Palazzo Milzetti

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Gli Artisti

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Giuseppe Pistocchi

La vita

Lo stile

La vita
1744: nasce a Faenza; il padre, stuccatore e decoratore di finti marmi, lo invia presso l’architetto faentino Giuseppe Boschi, detto il Carloncino.
1762: il suo protettore, l’arcivescovo Cantoni di Ravenna, lo invia a Roma presso il Murena, dove si accosta alle correnti neocinquecentiste.
1774: a Pesaro dirige i lavori di restauro del palazzo Apostolico, realizza la facciata di S. Maria degli Angeli e restaura la chiesa di S. Agostino. Viene nominato "Ingegnere Architetto" dei Beni Camerali in Romagna. Torna a Faenza, dove costruisce l’Oratorio della Confraternita di S. Matteo e dove, nel 1768, aveva costruito l’altare maggiore del Duomo.
1775: inizia i lavori del palazzo Bandini-Spada.
Dal 1780 al 1782: lavora alla cupola del Duomo di Ravenna.
Dal 1780 al 1787: realizza il teatro comunale di Faenza.
1781: progetta il nuovo Seminario di Faenza.
1785: realizza la Galleria detta dei Cento Pacifici per raccordare il teatro al palazzo Comunale.
1786: realizza il palazzo Gessi e il palazzo Conti.
1787: esegue restauri nel palazzo Pasolini Dall’Onda.
1788: riceve il titolo di Cavaliere dello Speron D’Oro.
1790: partecipa al concorso per il teatro La Fenice di Venezia; realizza il convento S. Filippo a Faenza.
1795: inizia i lavori a Palazzo Milzetti.
1797: riceve la carica di "Ingegnere-Idraulico" del canale Naviglio e d’Ispettore Generale della Caserma del Dipartimento del Rubicone. E’ in polemica con Antolini, a causa degli archi di trionfo faentini.
Nel 1797 e nel 1802: progetta soluzioni alternative a quelle d’Antolini per l’arco di Trionfo e la sistemazione della zona di porta Imolese; Antolini, protetto dalla famiglia Laderchi, riesce ad estrometterlo dalla scena architettonica faentina.
Dal 1798 al 1809: lavora al progetto di Piazza Duomo a Milano; in questa città ricopre l’incarico d’Architetto dei Quartieri Militari.
1799: progetta l’ospedale civile di Cesena ed un gigantesco arco di trionfo, alto più di 40 m.
1800: alterna il soggiorno milanese a quello faentino; progetta la colonna commemorativa della battaglia di Marengo. Si reca a Mantova in qualità d’Ispettore dei Palazzi Reali; qui progetta Porta Pradella ed un palazzo sul corso della suddetta porta.
Tra il 1802 e il 1813: progetta a Milano Porta Marengo, Porta Sempione, Porta Orientale, il Palazzo Reale sull’Area del Castello, un palazzo per la Legazione del Regno d’Italia a Parigi e il monumento caserma sul Moncenisio.
1806-1807: progetta a Faenza il "Sepolcro della Comune", rispettando i dettami dell’editto di St. Cloud.
1805-1810: progetta le trasformazioni della rocca d’Imola.
1814: viene nominato professore all’Università di Pavia. Muore a Faenza ed è sepolto nel Duomo della città.


Lo stile
Fino agli anni ’90, l’architettura di Pistocchi è in bilico tra retaggi barocchi ed istanze razionalizzanti, fra tradizione ed eversione. Parallelamente ad una presa di coscienza politica, che lo portò ripetutamente in carcere come giacobino, si sviluppa la parabola culturale dell’architetto: dal classicismo tardo barocco ad un neoclassicismo "irregolare", ambiguo, intriso di contaminazioni lessicali. Nei suoi progetti troviamo attenzione per le architetture "minori", "sociali", come la fornace per mattoni; la volontà di rendere più moderna e funzionale la situazione urbanistica in cui si trova ad operare: per esempio, nel progetto per il seminario di Faenza, Pistocchi "sconvolge" l’area circostante, per avere un modello urbano più razionale.
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Monumento funebre
a Giuseppe Pistocchi nel Duomo di Faenza

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Palazzo Milzetti

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