Insegnanti celebri: Isidoro Del Lungo |
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Isidoro del Lungo al liceo ricoprì anche l'incarico di bibliotecario. Al libro dei verbali del Consiglio dei Professori è allegata una lettera del 18 aprile 1863 in cui egli chiede che venga introdotta nel Regolamento della Biblioteca una norma che impedisca il prestito agli studenti di libri "i quali niun di noi vorrebbe, senz'arrossire, porre in mano a giovinetti". "Una qualche norma al Bibliotecario convien darla: se non volete ch'egli sia costretto dal vostro silenzio a por l'Adone o la Pucelle in mano d'un giovinetto trilustre, che potrà portarla a casa a leggere, di soppiatto a' genitori, i libri dati a lui da' maestri". |
Della sua esperienza al Liceo di Faenza, durata un anno solo (1862-1863), abbiamo abbondanti informazioni dallepistolario carducciano. Accetteresti una cattedra di letteratura italiana in un liceo fuor di
Toscana? Pensaci bene, e rispondimi franco. Il Ghinassi è tanto che mi domanda dun
giovine a ciò; ma vorrebbe uno co fiocchi, che accettasse pur essendo degno di
meglio; non gli dispiacerebbe perderlo fra qualche tempo perché passasse a miglior luogo.
Io credo di non poter proporre meglio che te. Sarebbero 2 mila franchi. Potresti seguitare
i tuoi lavori; perché il da fare, specialmente per la letteratura italiana, è di poca
cosa; benché richiegga qualche ora (non giorno). La città, e per laspetto e per la vita, non dispiace: eccetto
ne ciottoli infamissimi delle vie, e nelle acque cadenti da ogni tegolo sul dorso ai
meschini che non ebber la fortuna di nascer volatili. Del resto, cuori eccellenti;
cortesia squisita e verace; teste un po piccole (mi pare) ma non ostinate né
caparbie né maligne; curiosità un po troppa dei fatti altrui, ma a fin di bene
sempre Caro Giosue, ti scrivo dal Liceo, scuola di classe prima, con davanti due
ragazzi che mi fan disperare per non voler intendere come limitazione della natura
sia loggetto dellarte; e che ora scarabocchiano alla lor volta chi sa quali
peregrine sentenze. |