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Cellule staminali e etica:

Era inevitabile che non dedicassimo una pagina all’aspetto etico della questione. Arroccati in posizioni differenti, ricercatori e autorità religiose hanno discusso e discutono ancora a lungo sull’impiego delle staminali.

Ma qual è il problema vero?
Per qualcuno potrebbe sembrare scontato, il nocciolo della questione riguarda le cellule staminali embrionali, le quali provengono da un organismo umano in fase di sviluppo. Dotate di una maggiore plasticità e reattività, la maggior parte delle cellule staminali arriva da embrioni creati in laboratorio come nella procreazione assistita.
Nella nostra penisola,  esiste una legge che vieta gli esperimenti sulle cellule staminali embrionali:  si vieta qualsiasi ricerca scientifica perfino relativamente agli embrioni soprannumerari crioconservati (La crioconservazione è un metodo di conservazione tramite congelamento delle cellule immerse nell’azoto liquido a temperature che si aggirano attorno ai -196°C. Venendo così congelate, le cellule manterranno inalterate le loro possibilità di sopravvivenza e la loro funzionalità. Controlli periodici a campioni di cellule assicurano che le stesse siano funzionanti al 100% anche dopo del tempo) già esistenti nei vari centri fino ad oggi operanti nel settore. Ma come si usa dire: “fatta la legge trovato l’inganno”, così i ricercatori italiani sanno benissimo che questa legge non vieta l’importazione di cellule staminali dall’estero.  Il maggiore esponente contrario alla ricerca e al trattamento di cellule staminali embrionali è la Chiesa, la quale afferma la piena espressione della vita già nello stato embrionale dell’individuo, motivo per cui quest’ultimo deve rimanere esente da qualsiasi tipo di “sperimentazione”.

Eticamente parlando
Il Magistero della Chiesa ha cercato di dare delle risposte alle domande di maggiore interesse collettivo. Leggiamone alcune:

È moralmente lecito produrre e/o utilizzare embrioni umani viventi per la preparazione di cellule staminali”?

1. Sulla base di una corretta e completa analisi, l’embrione umano vivente è - a partire dalla fusione dei gameti - un soggetto umano con una ben definita identità, il quale incomincia da quel punto il suo sviluppo, tale che in nessuno stadio ulteriore può essere considerato come un semplice accumulo di cellule. Risulta quindi chiara la posizione di partenza della Chiesa: embrione uguale vita, concetto che blocca i pareri contrari. E di seguito leggiamo: […]come «individuo umano» ha diritto alla sua propria vita e, perciò, ogni intervento che non sia a favore dello stesso embrione, si costituisce come lesione di tale diritto.

2. Nessun fine ritenuto buono, quale l’utilizzazione delle cellule staminali che se ne potrebbero ottenere per la preparazione di altre cellule differenziate in vista di procedimenti terapeutici di grande aspettativa, può giustificare questo intervento. Un fine buono non rende buona un’azione in se stessa cattiva. Per quanto concerne questo punto, pur scegliendo di non sbilanciarci eccessivamente sul discorso etico, il nostro gruppo di lavoro si è trovato decisamente contrario a questa visione del problema, ritenuta da noi inutilmente giustificante e riduttiva.

È moralmente lecito eseguire la cosiddetta «clonazione terapeutica» attraverso la produzione di embrioni umani e la loro successiva distruzione per la produzione di cellule staminali?

Ogni tipo di clonazione terapeutica, che implichi necessariamente la produzione di embrioni umani e la susseguente distruzione degli embrioni prodotti, al fine di ottenerne cellule staminali, è illecita; poiché, si ricade nel problema precedente.

Appare quindi estremamente chiara la posizione della Chiesa a riguardo e il discorso etico che genera non pochi problemi alla ricerca. Va ricordato però, che non stiamo parlando di giocattoli o di oggetti indipendenti dalla vita del singolo individuo. Le cellule staminali embrionali rappresentano una “cura” notevole, visti le possibili applicazioni e le loro potenzialità, ma in un mondo che a volte si dimentica troppe volte i valori fondamentali e un senso etico comune, è bene che qualcuno ricordi almeno formalmente alcune regole. Tuttavia crediamo che per alcuna ragione andrebbe arrestata la ricerca in questo ambito, ne riteniamo giusto non beneficiare del desiderio di alcuni ricercatori di estendere l’uso delle staminali embrionali ad una fascia di popolazione sempre più ampia.