Laboratorio di Storia Locale
I Maori a Faenza
Testimonianza di Barry Soutar
Il
mio nome è Barry Soutar. Ho 42 anni. Sono Maori, un popolo della
Polinesia occidentale. La mia tribù è Ngati Porou, dalla costa
occidentale dell'isola del Nord della Nuova Zelanda. Io parlo il dialetto
della mia area tribale. Il mio nome è d'origini inglesi. Tale era
la vergogna che mio padre provava attraverso il processo di colonizzazione
nel nostro paese da parte degli Inglesi, che chiese a mia madre che tutti
i bambini fossero chiamati con nomi inglesi per prevenire la discriminazione
più tardi durante la vita. Le chiese anche di parlare solo inglese
in casa, nonostante la loro lingua madre fosse il Maori. Oggi tutti i miei
fratelli e sorelle parlano Maori. Abbiamo seguito l'esempio di nostra madre
che era molto orgogliosa del suo sangue Maori. E' stato da lei che, quando
eravamo bambini, abbiamo sentito per la prima volta al storia del suo amato
fratello Sottotenente Hamiora Wenerei Taraiwa Paniora, conosciuto come Sam. Sam Paniora aveva 21 anni quando morì il 15 dicembre 1944, conducendo un attacco a Casa della Cura, via S. Orsola, Faenza. La sua morte è stata catalizzatrice di molti eventi da allora, e non ha mai cessato di stupirmi l'impatto che la morte di un così giovane uomo potesse avere sulle generazioni future. Lui proveniva da una tipica, semplice famiglia rurale contadina in una parte molto remota della Nuova Zelanda. Perciò, la sua morte è la cosa che stupisce di più per il fatto che ha riunito molte persone da parti opposte del mondo, da strane nuove culture, da diversi ambienti e interessi. Tale è l'incontro tra me e Laura Benerecetti, che oggi è la proprietaria di Casa Della Cura. Ho visitato Faenza 4 volte e rimango innamorato del posto. La prima volta sono venuto nel 1987 per trovare la tomba di mio zio a Forlì e ho anche visitato Casa Della Cura. E' stato un momento molto spirituale per me. Mia mamma aveva richiesto solo una cosa ai suoi figli. Desiderava di essere portata alla tomba del fratello prima di morire. Sfortunatamente, morì prima che ciò potesse accadere, così decisi di realizzare il suo desiderio al suo posto. Ogni anno in Nuova Zelanda celebriamo la memoria dei nostri soldati della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Le famiglie tirano fuori le medaglie dei loro uomini e i bambini marciano all'alba per ricordare. I soldati Maori vinsero uno straordinario numero di medaglie, in particolare durante le battaglie a Creta e in Nord Africa. Così come un giovane uomo, ci veniva mostrata la Victoria Cross vinta da uno dei nostri parenti. Questa è la medaglia inglese più importante per il merito. Così le nostre giovani menti venivano fortemente impressionate. Le nostre famiglie tramandano nomi per commemorare gli eventi e i luoghi di morte e sepoltura. Nella mia famiglia i nomi sono: Faenza Reuben (60 anni); Forlì Moeke (59 anni); Soldato Sam Paniora (60 anni). Una nuova generazione adesso porta i nomi di: Faenza Warbrick (18 anni); Whitireia Forlì Soutar (8 mesi). Questi nomi vivranno per sempre nella nostra cultura e sono un costante ricordo del sacrificio che questi giovani uomini hanno fatto per la nostra libertà. I nostri zii più vecchi ci raccontano le storie del loro tempo passato in Italia. Ci raccontano della gentilezza di mio zio Sam Paniora, la sua grande capacità canora, la prodezza nel pugilato, la sua attitudine al comando, e il coraggio. Quello che mi hanno sempre impresso è che per tutte queste cose era ancora un uomo molto giovane, quasi un ragazzo. Ed è questo senso di spreco che ci impedisce di non dimenticare mai. Ad ogni funzione, matrimonio, ventunesimo compleanno, funerali ecc, essi parlano con i discorsi formali del nostro popolo, poi cantano una canzone per sostenere quello che hanno appena detto. Spesso nelle occasioni più felici cantano canzoni italiane che hanno imparate durante la guerra. Tra le loro favorite ci sono: "Buona notte mio amore"; "Mamma Luna"; "Mamma"; "Tornerai"; e "Santa Lucia". Infatti le cantiamo ancora oggi. Il Team Prada dell'American Cup èandato a trovare alcuni Maori a Rotorua. 30 giovani Maori stavano in piedi e cantavano una canzone italiana dopo l'altra. I Maori erano sorpresi che il Team Prada non sapeva cantare queste canzoni, finchè hanno capito che queste canzoni erano molto vecchie. Sia i miei zii che io abbiamo riflettuto e dobbiamo fare le seguenti osservazioni delle nostre esperienze a Faenza e in Italia. Troviamo la vostra gente fisicamente bella. Il modo in cui vi vestite e vi prendete cura di voi stessi riflette un orgoglio e una confidenza in questa bellezza. Il vostro cibo è particolarmente buono e saporito. Questo è perché in paragone il cibo inglese è blando. La vostra musica è molto passionale ed espressiva. Il vostro linguaggio è romantico. Quando leggo le lettere che provengono dall'Italia ai miei amici qui, loro commentano sempre sui suoni seduttivi delle vocali e sugli accenti. L'età dei vostri edifici e la storia mostrano la profondità dello sviluppo nella vostra cultura e nella vita familiare che è antico e vibrante. In confronto, noi siamo una nazione giovane e possiamo imparare tantissimo sulla vita da voi. Speriamo che la lezione del Dicembre 1944 possa continuare a portare valori alle nostre vite per sempre. |
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